La nostra esperienza come Digito ha avuto inizio esattamente circa un anno fa e quale modo migliorare per festeggiarlo, se non parlando e confrontandoci con uno dei palcoscenici internazionali più importanti che abbiamo in Italia per quanto riguarda il Turismo? Esatto, credo che abbiate capito, da questa settimana parleremo della Bit e vi racconteremo attraverso il nostro punto di vista e non solo, cosa è oggi la Bit e come sta veramente cambiando l’approccio al turismo da parte degli operatori e non solo.
Questa settimana iniziamo con Massimo Vichi, fiorentino doc, che dopo aver fondato due web agency, dal 2012 è anche un consulente freelance, occupandosi sia di formazione che di consulenza in ambito web marketing
E con lui non potevamo non parlare di turismo.
Diciamo che è il mio settore ed è anche ciò di cui mi occupo per la gran parte del mio lavoro. Il turismo è sicuramente uno dei settori dove internet e le sue dinamiche hanno causato maggiori cambiamenti.
La nascita e l’affermarsi di aziende che basano il loro business esclusivamente sulle recensioni degli utenti e sulla intermediazione nelle prenotazioni ha totalmente modificato la “vita” agli albergatori e ai gestori delle strutture turistiche.
La diffusione dei Social Media poi con la continua crescita di quelli basati su immagini e video hanno spostato le necessità delle aziende verso una comunicazione meno “testual” e più “visual”. E questo ha cambiato molto anche il ruolo del consulente di Web Marketing che fino a 10 anni fa era probabilmente visto come “quello del sito internet” mentre oggi deve necessariamente trasformarsi in un consulente di strategie on-line, selezionando gli strumenti più adatti alle specifiche della struttura turistica, le tecniche di comunicazione e gli obiettivi.
Ha sicuramente centrato l’argomento e questo come lo rende possibile all’interno della Bit? E Cosa si aspetta da questa esperienza?
La BIT rappresenta un importante punto di incontro dove si concentra il presente ed il futuro del mondo del turismo. Personalmente è un appuntamento immancabile sia per avere una visione dei mercati e delle dinamiche in evoluzione, sia come momento di incontro e formazione con moltissimi colleghi che stimo e dai quali c’è sempre da imparare.
In qualche modo considero l’esperienza alla una sorta di visione “anticipata” di quanto accadrà nel mondo del turismo in modo da rendere i miei clienti pronti a cogliere le giuste occasioni.
Nel settore del web marketing e quindi anche dei social media oggi ci si pone il problema di come impostare e misurare correttamente un’attività per i mercati esteri? E soprattutto mi chiedo se oggi siamo sulla strada giusta?
Il problema della corretta analisi dei risultati deriva spesso da errori di base effettuati in fase di impostazione. Ogni mercato è diverso, ogni lingua è diversa e anche gli obiettivi spesso sono diversi. Ragionare in termini di “mercato anglofono” quando questo contiene persone che vivono a migliaia di km da noi e anche coloro che possono arrivare in 1 ora di aereo, porterà necessariamente a risultati non omogenei. Per fortuna l’evoluzione degli strumenti di comunicazione permettono oggi una maggiore segmentazione e conseguentemente la possibilità di ragionare in termini “micro” e non “macro” con la scelta di obiettivi più facilmente misurabili. Siamo sulla strada giusta ma ancora c’è da lavorare, soprattutto quando ancora nel 2017 trovo la comunicazione fatta ancora con le traduzioni dell’amico o peggio ancora dei sistemi automatici.
Il cosiddetto “marketing fai da te” o peggio ancora dal cugino, una brutta prassi a cui spesso molte aziende si sottopongono, senza capire quanto si stanno danneggiando.
Dal suo punto di vista noi italiani siamo in grado di raccontare il nostro territorio e di conseguenza le aziende che vi lavorano, sfruttando anche, perchè no, il potere dello storytelling e di una buona strategia di content marketing, per attirare il mercato straniero, dando così valore alle strutture ricettive ed ai propri clienti? Su quali leve si dovrebbe puntare?
Rispondere a questa domanda richiederebbe davvero molto tempo, ma spero di riuscire in breve ad esprimere il mio punto di vista.
Ci hanno sempre descritto come un paese di “santi, poeti e navigatori”, il racconto e la capacità di raccontare dovrebbe quindi essere quasi una caratteristica “genetica”.
Tuttavia, il punto critico che ho riscontrato nella mia attività è la scarsa capacità di fare “sistema” per cui ogni singola struttura pensa di raccontare se stessa e la parte del territorio che la circonda senza che questo sia inserito in una visione e una comunicazione di insieme.
Spesso poi per pigrizia si finisce per raccontare solo le cose famose ignorando quelle piccole realtà che rappresentano qualcosa di unico. La leva sulla quale puntare è sicuramente quella di raccontare quelle cose che sono uniche del nostro territorio, ed ogni territorio della nostra bella Italia ha qualcosa che nel resto del mondo non riescono neanche ad immaginare, dalla cultura, all’enogastronomia, all’arte, alla tradizione. Ognuno di questi “gioielli” non raccontato è un’occasione persa.
Per riuscire a raccontare finalmente questi “gioielli” e per evitare, appunto, che siano delle occasioni perse, cosa si augura che possa cambiare per essere sempre più competitivi e per poter affermare che una buona strategia di web marketing abbia raggiunto i suoi obiettivi nel mercato straniero?
Claudia, sinceramente, mi auguro che albergatori, gestori di struttura ed istituzioni capiscano la necessità di fare “sistema” con obiettivi comuni nel breve, medio e lungo periodo.
Una maggiore pianificazione e flessibilità è indispensabile per ottenere risultati sui mercati esteri.
Di sicuro un buon augurio che noi giriamo a tutto il comparto turistico e non solo, affichè, come sostiene giustamente il dott. Vichi, si riesca a fare finalmente “sistema” ed aggiungerei io, a più livelli.