Oggi è la volta di conoscere meglio Susana Alonso.
Susanna raccontaci un po’ di te.
A. Dopo una consolidata esperienza lavorativa in Argentina nel settore finanziario, mi sono trasferita in Italia nel 2001 per frequentare un Master in Relazioni Internazionali. Da allora ho sempre lavorato nell’Ufficio Export & Marketing di diverse aziende in vari settori, fino alla scoperta della mia passione per il mondo del Food & Wine e per la comunicazione e il marketing online. In questi anni di lavoro, e ulteriore formazione, ho avuto l’opportunità di sviluppare competenze specifiche sull’internazionalizzazione delle aziende. Nel 2015 ho fondato Sorsi di web, agenzia di web marketing focalizzata nel settore del vino e del cibo, che dal 2017 ha sede a Nuoro.
Susana non ti sei fatta mancare nulla. Ma come hai affrontato la diversità di settore? Passare dal settore finanziario a quello della comunicazione e del web marketing turistico non è proprio da tutti. E soprattutto come ti è venuta questa passione per il settore del vino e del cibo?
A. Allora inizio raccontano un po’ di storia del turismo e vino, perchè mi piace ricordare che già nel 1993 fu creato il Movimento del Turismo del Vino.
Però è solo negli ultimi anni che l’enoturismo è cresciuto davvero.
Il mio ruolo professionale rispetto alle necessità turistiche è essenzialmente suggerire strategie di presentazione dell’azienda che favoriscano, o comunque non vadano contro, l’accoglienza di ospiti.
Un punto centrale del mio lavoro è la cura dell’integrazione fra la comunicazione online e offline, e dunque fra l’identità digitale e l’identità fisica di una cantina. È un aspetto fondamentale anche dal punto di vista turistico, perché spessissimo è proprio online che le persone scoprono le cantine. Perciò, è molto importante per le cantine essere in grado di mantenere le promesse anche offline, quando queste stesse persone arrivano in visita. Molte volte svolgo il mio lavoro in collaborazione con altre agenzie o colleghi freelance.
Susana è bello vedere come dei colleghi si appassionino così tanto ad un settore come quello enologico che deve servire da traino per un territorio.
Cosa ti aspetti da Digito e soprattutto cosa ti ha spinto ad accettare il nostro invito?
A. Spero di dare un contributo utile ai professionisti del settore, e soprattutto mi auguro di riuscire a cogliere le specificità e le problematiche locali di cui ascolterò.
E sono sempre molto felice di potermi confrontare con altri colleghi, specialmente se hanno skills o specializzazioni diverse dalle mie. Questa edizione di Digito non può che essere un’ottima occasione di formazione e confronto per tutti!
Avevo conosciuto Claudia durante un evento di settore, qualche anno fa. Di Claudia mi colpirono subito la sua simpatia e la sua professionalità.
L’anno scorso ebbi l’occasione di conoscere la proposta formativa di Digito, e constatai il successo della prima edizione: mi è bastato un messaggio per accettare onorata l’invito.
Susana e noi non possiamo che essere onorati della tua presenza. Ma torniamo un attimo a riparlare del rapporto tra settore food and wine e territorio, ma specialmente di come si può fare storytelling.
A. L’Italia è un paese che fa letteralmente sognare persone di ogni parte del mondo, dall’America al Giappone.
Lo storytelling è un ottimo modo per comunicare le proprie particolarità, le storie e le bontà di un territorio. Però bisognerebbe cercare di “localizzare” i contenuti, cioè adattarli alle culture dei diversi mercati target.
Certi dettagli che possono interessare il mercato interno o certi paesi possono invece essere poco interessanti o fonte di distrazione per altri paesi, con un conseguente abbandono veloce della pagina o sito da parte di certi lettori. Lo stesso può accadere anche offline, quando gruppi di stranieri visitano una cantina.
La trasmissione delle particolarità locali è importante, ma bisogna anche cercare di venire incontro alle esigenze, trovare il modo di raccontarle in maniera coinvolgente. Per esempio, i giapponesi sono di solito persone precise e curiose dei dettagli tecnici. Ma in generale le persone preferiscono storie più leggere, aneddoti evocativi.
Meglio puntare sulla simpatia e sulla costruzione di memorie da portare a casa invece che su dati magari importanti per noi ma poco attraenti per gli altri. Credo che in Italia ci sia ancora da lavorare su questi aspetti.
Chiaramente, prima di realizzare qualsiasi tipo di attività comunicativa o di promozione turistica, la cantina deve analizzare il mercato (e, quello online, attraverso un listening), che va anche confrontato con le risorse già presenti in azienda e con quelle che invece si possono acquisire.
Non credo che esista un’unica soluzione valida sempre. Ma al centro di un business ci dovrebbe essere sempre l’utente. Perciò offerte, canali da presidiare e contenuti vanno costruiti su misura per ogni target.
Susana hai pienamente ragione ma come potremmo fare noi la differenza?
A. Mi auguro che gli operatori di settore abbraccino sempre di più una comunicazione che esalta al massimo le specificità delle loro aziende e dei prodotti ma che, nello stesso tempo, invita anche al confronto. Questo tipo di attitudine deve essere netta e chiara già online. Ovviamente bisogna anche evitare falle gravi come presentarsi con siti non responsive o con contenuti tradotti in maniera poco professionale. Ma si dovrebbe andare oltre. Le aziende dovrebbero anche poter sfruttare le occasioni di promozione rappresentate dalle associazioni territoriali, anche specifiche sul mondo del vino.
Questo tipo di attitudine deve essere netta e chiara già online. Ovviamente bisogna anche evitare falle gravi come presentarsi con siti non responsive o con contenuti tradotti in maniera poco professionale. Ma si dovrebbe andare oltre.
Presentarsi come squadra può dare molti vantaggi, perché la comunicazione di gruppo ha più possibilità di guadagnare visibilità e riconoscibilità.
Esistono anche associazioni che cercano di spingere gli operatori di servizi diversi (cantine, b&b, ristoranti, ecc) a fare rete, uniti da un obiettivo comune.
Ecco, diciamo che tu hai proprio centrato il punto, ovvero fare sinergia, che talvolta non è sempre così immediato.
Siamo praticamente arrivati alla fine della nostra intervista, ma non prima di salutare Susana con i suoi prossimi impegni, oltre ovviamente a Digito.
A. Il prossimo SorsiAperiWeb sarà il 23 marzo a Nuoro. Festeggeremo il nostro primo anno in Sardegna con il nostro ormai consueto appuntamento di formazione in ambito digitale, di networking e di degustazioni.
Da maggio invece il SorsiAperiWeb diventerà itinerante, e la prima tappa sarà Mamoiada, paese del centro Sardegna dalla tradizione vinicola importante e distintiva.
Susana ritengo che tu faccia uno straodinario lavoro con SorsiAperiWeb in Sardegna, perchè riuscire a portare questo in giro per questa splendida isola è davvero unico quanto importante per tutto il settore, quindi non ci resta che farti tantissimi in bocca al lupo e ci vediamo sabato a Digito.