Oggi passiamo a conoscere a Marialuisa Sanfilippo, una grande esperta di Facebook Advertising, poi spiegheremo meglio cos’è, ma prima raccontiamo chi sei e cosa fai di preciso
M: Buongiorno a te Claudia, e grazie per avermi coinvolta in questa bella iniziativa. Definirsi in pochi tratti? Sono una donna curiosa, che ha fatto della propria passione per la comunicazione il centro della propria vita. Messinese per nascita, catanese d’adozione e con un marito palermitano. Determinata, perché ottengo sempre quello che voglio. .
Nel 2011 apro madd.it., dopo qualche anno di gavetta in 2 agenzie di pubblicità a Catania. Il mio obiettivo è rendere la comunicazione aziendale uno strumento d’informazione al servizio del cliente, fornire un servizio migliore, guadagnare di più e lavorare meglio. Mi occupo principalmente di digital marketing e seo copywriting.
Sapevo che eri un portento nel tuo campo e sono contenta di averti qui a Digito. Tu ci hai raccontato della tua esperienza ed anche della tua gavetta, chi non ne ha fatta?, e ti sei scontrata anche con un territorio, ricordo a tutti gli amici di Digito, che Marialuisa viene da Catania, che ha cambiato pelle negli ultimi anni e soprattutto ha cambiato approccio nei confronti dei nuovi mezzi di comunicazione, io ho proprio notato un fermento notevole, o mi sbaglio?
M: Sì, hai ragione, il mio territorio ha vissuto e vive tuttora un cambiamento notevole ed anche un fermento digitale: ci sono stati, per esempio negli ultimi 10 anni dei cambiamenti enormi, soprattutto considerata l’esplosione di internet e la sua enorme diffusione. L’accessibilità della rete ha sconvolto tutti i mercati: il turismo in primis. Le agenzie d’intermediazione, in questo senso, hanno un ruolo decisamente più marginale, rrispetto a 10 anni fa. Oggi crescono i portali, attraverso cui prenotare direttamente voli e vacanze. Il ruolo del professionista, in questo senso, è indubbiamente cambiato.Se è vero che l’utente medio, che vuole programmare una vacanza o anche solo un viaggio di lavoro, cerca informazioni online, non ci si può esimere dal promuovere la propria offerta su internet, attraverso marketplace, social network e motori di ricerca. Questo, dieci anni fa, era un mercato inesistente. .
Hai colto proprio il segno Marialuisa, questo ha portato quasi a vedersi costretti a conciliare tradizione e innovazione, la tradizione di chi vuole salvaguardare il proprio territorio e l’innovazione di chi vuole comunicarlo in modo diverso. Due aspetti che, per due che si occupano di comunicazione come noi, sembrerebbe automatico, ma in realtà non è spesso così e quindi in quel caso come poter conciliare questi due aspetti apparentemente contrastanti?
M: Claudia, bella domanda! La tradizione, patrimonio importantissimo che lega un’azienda alla sua storia, e a quella del suo territorio, oggi, deve essere veicolata attraverso l’innovazione. Innovare non significa snaturare la tradizione ma cambiare, ad esempio, le modalità di fruizione, rendere accessibile la prenotazione di una camera d’albergo, o trovare corrette informazioni su indirizzo e orari di apertura. Un museo è tradizione, renderlo accessibile, attraverso informazioni erogate tramite e-beacon o QRCode, oppure organizzare un contest attraverso i social network, significa innovare. .
Marialuisa, non potevi spiegarlo meglio! Ma se da un lato abbiamo la tradizione e dall’altro l’innovazione, tuttavia, ancora oggi, molti territori fanno fatica a “raccontarsi” sul web? Secondo te perché? Perché un’azienda ha così tante remore?
M: Claudia, ti faccio un esempio. Raccontarsi al bar davanti ad un caffè è semplice: hai il tuo interlocutore li, davanti a te. Il feedback è immediato. Si trova proprio a qualche centimetro: si acciglia se non capisce, diversamente sorride e annuisce, e se si annoia sei subito pronto a trovare un modo per attirare la sua attenzione. Online, la comunicazione è mediata. E spesso non è chiaro nemmeno a noi a chi ci stiamo rivolgendo. Chi è il nostro interlocutore, quali sono gli argomenti che gli stanno a cuore? Quali le sue abitudini? Dove posso trovarlo. Eppure eccoci online. Ecco che puoi “raccontarti sul web” sul tuo profilo privato su Facebook. Se, invece, hai un hotel e il tuo sito è lo strumento con cui prendere prenotazioni, dare informazioni sul territorio, o sull’ultima sagra del tuo comune, sappi che dovrai dedicare risorse a questa attività. Si tratta di un lavoro, e non un semplice raccontarsi. Presuppone uno studio delle buyer personas, ovvero i nostri clienti potenziali. Occorre capire che tono di voce adottare, che registro linguistico usare, quali sono gli argomenti che stanno a cuore a queste persone? Come fare a conquistarli. E ancora, quali “piazze virtuali” frequentano. Insomma, fare un content plan aziendale, ovvero un documento che delinei la strategia di una azienda online, che è tutt’altro che casuale, prevede uno studio in grado di stabilire: cosa raccontare, a quale scopo, con che frequenza, su quali canali, a che pubblico. Occorre tempo. In altre parole è un lavoro che non può fare la segretaria nei ritagli di tempo. Perché ogni volta che comunichi male, dai una brutta immagine di te. Pensa ai commenti su Trip Advisor, alla gestione di crisi di comunicazione. Di lì a farsi una cattiva reputazione, il passo è breve. Molte aziende non hanno ancora una figura professionale adeguatamente formata per gestire queste questioni e anzi delegano la gestione della comunicazione online al cugino, che si racconta online… Con risultati poco incoraggianti.
Purtroppo hai pienamente ragione e su questo potremmo veramente disquisire per ore, anche perché essere professionisti ed aver riconosciuto una certa credibilità in questo ambito, non è cosa molto semplice.
M: Sì, spesso quando mi sento definita professionista, mi auguro sempre che le persone abbiano chiara in mente cosa voglia dire in realtà poi questa parola, perché svolgere una professione non significa necessariamente essere un professionista. Non vorrei mai perdere l’entusiasmo che caratterizza i professionisti, ovvero, quell’amore verso la professione che li rende tali.
Adesso credo che abbiamo bene in mente chiaro chi sia Marialuisa, o quanto meno mi auguro che siamo riusciti a capire un po’ meglio la tua professione, ma adesso raccontaci cosa hai in mente per il tuo il presente e il futuro. Ovvero cosa bolle nella pentola di un social media manager?
M: Il presente è impegno costante, ma, contemporaneamente, crescita professionale. Grazie anche alla collaborazione con Giovanni Amato, mio marito e collega, MADD sta crescendo: abbiamo deciso di specializzarci in SEO copywriting e Facebook Advertising. Ci interessa avere clienti soddisfatti, che possano aumentare il proprio volume d’affari grazie ad un lavoro di marketing strategico attraverso il proprio sito web, il proprio blog o la propria campagna Facebook. L’obiettivo che abbiamo per il futuro è diventare sempre più bravi e rilevanti nel nostro settore e dedicare una parte, sempre più consistente del nostro tempo alla formazione, di persone e aziende. Comprendere le dinamiche della rete è d’importanza fondamentale per cogliere le nuove opportunità.Il futuro sarà il risultato del presente, e di tutte le scelte che facciamo ogni giorno.
Della serie chi semina bene…raccoglie frutti copiosi.
Ma adesso svelaci cosa ti ha spinto ad accettare di partecipare per la prima volta ad un seminario sul turismo e web a Castellammare del Golfo? Come ti ho convinto (ammesso che ce ne sia stato bisogno)?
M: Ho accettato di partecipare perché credo che per la Sicilia, il web rappresenti un’occasione di crescita indiscussa. Penso che sia necessario formare il mercato, renderlo consapevole, stimolare la domanda e aiutare l’imprenditoria sicula nella scalata alla conquista del web. Abbiamo tutto il meglio di quanto sia mai stato creato: mare, sole, eccezionali produzioni enogastronomiche e artigianali. Tutto questo è contenuto, di grandissimo valore. Dobbiamo capire come comunicare in maniera efficace tutto questo. , ma soprattutto del modo in cui utilizzarli al meglio. L’economia sicula potrebbe davvero ripartire grazie a internet. Ne sono convinta.
Quindi vuol dire che non ho faticato a convincerti…ed io ne sono molto contenta, ma cosa ti aspetti da questa esperienza?
M: Mi aspetto una platea interessante e interessata. Interessante, perché l’argomento è la filiera del turismo, quindi mi aspetto di rapportarmi con persone che ne fanno parte, e che cercano di innovarsi e migliorare la qualità del servizio che offrono ai propri clienti. Interessata, perché il programma mi sembra denso di argomenti utili.
Conoscevi già Castellammare del Golfo?
M: Conosco poco Castellammare del Golfo. Ci sono stata, ma solo di passaggio, circa un anno fa. Ricordo in maniera molto vivida il panorama che si ammira dalla statale per San Vito. Da togliere il fiato. Una splendida spiaggia, mare cristallino, e un ottimo panino con le panelle. Approfitterò di questo seminario per apprezzare questo luogo, per il quale, ti dirò Claudia, nutro moltissima curiosità.
Bene allora dobbiamo aiutare Marialuisa prima di tutto a scoprire che il panino tipico di Castellammare del Golfo/Scopello è “u pane cunzatu”, perché altrimenti se diciamo che è il panino con le panelle, gli amici palermitani magari si offendono e poi dobbiamo farla innamorare del nostro territorio.